La copertina di Vogue del 1941 riportava una fotografia di Cecil Beton e il titolo “La moda è indistruttibile”, a voler comunicare il grande potere che questo fenomeno ha su tutti noi, anche su coloro che affermavano di non seguire la moda, nonostante il periodo terribile che tutto il mondo soffriva a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Ed infatti, nonostante questo periodo di pandemia endemica in tutto il mondo, che ci ha costretto a rimanere in casa, la moda non si ferma e continua con il suo lavoro riconvertendo alcune produzioni, donando denaro agli ospedali, producendo camici e dispositivi sanitari e para sanitari.
La moda non si ferma vuol dire anche che nel contemporaneo, all’interno delle aziende, si stanno rafforzando e/o modificando le competenze delle figure professionali; cosa vuol dire? Beh, all’interno di un ufficio stile ci vorranno competenze stilistiche molto forti mentre diventano necessarie figure professionali che sappiano interagire con gli uffici acquisti #materiali, sappiano riconoscere un materiale per definirne le migliori applicazioni per questo o quel prodotto.
In un articolo pubblicato lo scorso 2 aprile 2020 su Pambianco News[1] viene riportato “Durante l’emergenza Coronavirus, non potendo puntare sulla visibilità garantita dagli appuntamenti canonici, i marchi del lusso scelgono di investire sulla #comunicazione online. Oltre alle immagini veicolate attraverso i #socialnetwork, però, le maison stanno sperimentando dei nuovi formati con cui attrarre gli utenti, spesso mettendo in moto un’interazione inedita che potrebbe evolvere ulteriormente anche dopo le quarantene. Mai come in questo momento le aziende necessitano di mantenere viva la loro #awareness attraverso nuove forme di branding fruibili anche dal divano in salotto.”
Questo fa sì che competenze specifiche di #comunicazione, legate ai linguaggi moderni dei social media, divengono indispensabili per i futuri manager della comunicazione della moda nel futuro. Competenze di #marketing strategico e #branding saranno alla base delle conoscenze dei manager del futuro perché sempre di più i canali in cui il pubblico acquisterà capi di abbigliamento ed accessori sarà l’off line tanto quanto l’on line.
Oggi poi un brand di moda non è legato solo alle produzioni di abbigliamento; pensiamo a Giorgio Armani, a Bottega Veneta, a Loro Piana che nella città di Milano hanno anche negozi e showroom che propongono le collezioni legate alle Home collections o ai tessuti per l’arredo. Questo è un settore che sin dai primi anni 2000 è stato implementato all’interno delle brand e, negli anni, è divenuto strategico per offrire al cliente finale un’esperienza di brand identity totalizzante. Ambiti lavorativi come quello del #color design, dell’ #interior consultant, #visual communication divengono ulteriori attività necessarie all’interno della compagine manageriale di un’azienda.
Non dimentichiamoci poi dell’aspetto più contemporaneo della #sostenibilità nella moda. Questo è passato negli ultimi dall’essere un trend ad un vero e proprio modo di “pensare” all’azienda e alle sue produzioni. Pioniera, forse, in questo è la Stella McCartney che ha fatto della sostenibilità ambientale, il rispetto sociale la cifra del suo brand.
Tutto questo è presente all’interno dei diversi corsi e master offerti da Milano Fashion Institute che con la sua formazione multidisciplinare offre, a chiunque voglia approcciarsi in modo contemporaneo al mondo delle professioni nella moda, diverse possibilità formative.
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[1] https://www.pambianconews.com/2020/04/02/i-marchi-del-lusso-si-spingono-gia-in-massa-sul-branding-online-290097/